Con aumento dei prezzi dei carburanti le imprese agroalimentari italiane hanno perso 9 miliardi
L'aumento dei carburanti ha messo in evidenza fragilità delle PMI italiane che operano nel settore agroalimentare: stimate perdite di 9 miliardi.
L’aumento dei prezzi dei carburanti sta mettendo in difficoltà l’intero comparto agroalimentare italiano, con pesanti ripercussioni sulle esportazioni. Secondo un’analisi Coldiretti basata su dati Istat pubblicata a gennaio 2025, quasi il 40% dei cibi e delle bevande Made in Italy spediti all’estero viaggia su strada, il che aiuta a capire perché le performance economiche delle imprese del settore risentono sempre di più del costo del trasporto.
Perché l’aumento dei prezzi del carburante è un problema per il settore agroalimentare
L’aumento dei prezzi del carburante rappresenta un problema critico per il settore agroalimentare, principalmente per l’impatto che esso ha sui costi di trasporto e la competitività delle imprese italiane.
Innanzitutto, il trasporto è una parte essenziale della filiera agroalimentare, soprattutto considerando che circa il 40% delle esportazioni italiane di cibi e bevande viaggia su strada. I recenti rincari dei carburanti comportano infatti un aumento diretto dei costi di trasporto. Per esempio, il trasporto su strada di alimenti e bevande costa circa 140 euro per tonnellata, che è il doppio rispetto al trasporto ferroviario (67 euro per tonnellata) e cinque volte il costo del trasporto aereo. Questo rende il trasporto stradale molto più oneroso, aggravando le difficoltà di un settore che si distingue per la deperibilità dei prodotti e per la distribuzione capillare delle piccole e medie imprese su tutto il territorio nazionale.
Il settore agroalimentare italiano, che nel 2024 ha raggiunto un record storico nelle esportazioni, con un valore intorno ai 70 miliardi di euro, dipende fortemente da una logistica efficiente. I prodotti freschi, come frutta, verdura e latticini, necessitano di essere consegnati rapidamente ai mercati esteri. Ma l’aumento dei costi di trasporto erode i margini di guadagno delle imprese, rendendo più difficile mantenere prezzi competitivi, specialmente sui mercati internazionali.
Come se non bastasse, a questo bisogna aggiungere un sistema logistico inefficiente che spesso comporta ritardi, costi aggiuntivi e una perdita di valore per i prodotti che arrivano meno freschi ai consumatori, danneggiando la reputazione e l’affidabilità delle imprese.
La logistica per il settore agroalimentare è ulteriormente complicata da un gap infrastrutturale che penalizza l’Italia rispetto ad altri Paesi europei. Le imprese agroalimentari italiane si trovano a fronteggiare una rete di trasporti che, purtroppo, è sbilanciata a favore del trasporto su strada, lasciando sotto-utilizzate modalità più efficienti come il trasporto ferroviario. Questo squilibrio, insieme all’aumento dei costi del carburante, sta alimentando un circolo vizioso che colpisce i bilanci delle imprese e riduce la loro competitività.
Perdite economiche per le imprese fino a 9 miliardi
Secondo un’analisi del Centro Studi Divulga citata nel report di Coldiretti, l’inefficienza del sistema logistico italiano e l’aumento dei carburanti hanno un costo significativo per le imprese agroalimentari italiane e si sono tradotte in perdite che si aggirano intorno ai 9 miliardi di euro all’anno. Cifra questa che rappresenta circa il 10% delle perdite complessive per l’economia italiana.
Ad essere più esposte al rischio fallimento, soprattutto perché più vulnerabili, sono le piccole e medie imprese, che rappresentano anche la maggior parte delle realtà che contraddistinguono il panorama italiano imprenditoriale oggi, soprattutto nel settore agroalimentare. A differenza delle grandi aziende, che possono permettersi di adottare strategie di approvvigionamento e distribuzione più flessibili, le PMI non dispongono sempre delle risorse necessarie per adattarsi velocemente.
Il ruolo del Pnrr
Per affrontare questa sfida e cercare di ridurre il divario logistico, Coldiretti consiglia di puntare tutto sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e sulle risorse che offre per modernizzare la rete infrastrutturale del Paese. L’ottimizzazione della logistica, con un focus particolare sul rafforzamento della rete ferroviaria e lo sviluppo di soluzioni intermodali, potrebbe rappresentare una svolta per le imprese agroalimentari italiane.
Sfruttare le opportunità legate al Pnrr potrebbe ridurre significativamente i costi di trasporto e migliorare l’efficienza complessiva, favorendo un’evoluzione della filiera produttiva in ottica sostenibile.
A queste azioni si aggiungono altre possibili strategie, tra cui la digitalizzazione della logistica, che permetterebbe di ottimizzare i flussi e di ridurre sprechi e inefficienze. La sinergia tra diverse modalità di trasporto, unite a soluzioni digitali avanzate, potrebbe essere la chiave – secondo gli esperti – per riequilibrare un sistema che, oggi, penalizza le imprese italiane in modo eccessivo.
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