Caso Almasri: tutto quello che non torna nella difesa del governo (mentre Meloni è muta e assente)

Il ministro parla di incongruenze che però non ha mai comunicato alla Cpi. E poteva farlo perché c'era un funzionario da contattare. Piantedosi e l'aereo per il libico pronto prima della scarcerazione L'articolo Caso Almasri: tutto quello che non torna nella difesa del governo (mentre Meloni è muta e assente) proviene da Open.

Feb 6, 2025 - 07:28
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Caso Almasri: tutto quello che non torna nella difesa del governo (mentre Meloni è muta e assente)

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Un atto «radicalmente nullo». Anzi, «completamente sballato», perché «aveva sbagliato nientemeno che la data del commesso reato e noi ce ne eravamo accorti». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha spiegato così in Parlamento perché l’ordine di arresto della Corte Penale Internazionale nei confronti di Najem Osama Almasri non poteva essere eseguito dal governo Meloni. Ma nella ricostruzione del Guardasigilli ci sono molti buchi. E le «incongruenze» non sono mai state comunicate alla Cpi. Mentre il responsabile degli Interni Matteo Piantedosi ha spiegato perché l’aereo dei servizi segreti che ha portato a casa il libico era già pronto prima della scarcerazione: «È stata un’iniziativa preventiva aperta a ogni possibile scenario».

Il Guardasigilli

Nordio ha rivendicato il suo ruolo sostenendo che il ministro della Giustizia «non è un passacarte». E che ha il potere-dovere di intervenire in caso di necessità. Come in questo: perché, è la tesi dell’esecutivo, la Cpi ha sbagliato a scrivere la richiesta di arresto di Almasri. «In poche parole, in questo mandato di arresto si oscillava dal 2011 al 2015 e non si riusciva a capire se il reato fosse iniziato nel 2011 o nel 2015; non è una cosa di poco conto, trattandosi di un reato continuato e poiché in quei quattro anni, secondo la stessa Corte, sarebbero stati commessi numerosi atti di stupro, violenza, aggressione, omicidio eccetera».

Il vizio è stato rilevato anche dalla giudice della Cpi Maria del Socorro Flores Liera, che ha votato no alla richiesta. Peccato che quando la Corte d’Appello ha scritto a via Arenula il ministro non abbia fatto cenno a nessuna delle incongruenze chiamate in causa ieri. Anzi, non ha proprio risposto.

Omissioni e accuse

Il 24 gennaio la Corte ha emesso un nuovo provvedimento. Correggendo le inesattezze citate da Nordio. Ma all’epoca Almasri era tornato a Tripoli già da tre giorni. Ma, racconta il Corriere della Sera, sei giorni prima la Cpi aveva inviato all’ambasciata italiana nei Paesi Bassi una nota in cui indicava nome, numero di telefono ed email del funzionario da contattare in caso di problemi. Una procedura prevista dall’articolo 97 dello Statuto di Roma. Degli errori non c’è traccia nemmeno nella replica inviata dal capo di gabinetto del Guardasigilli alla Corte. Nordio ha anche fatto sapere di essere indagato dal tribunale dei ministri per omissione di atti d’ufficio. Un’ipotesi di reato che non si trovava nell’esposto dell’avvocato Luigi Li Gotti. Ma che è stata aggiunta dal procuratore di Roma Francesco Lo Voi.

L’errore materiale

Il Fatto Quotidiano invece prima ricorda la “corrected version of the Warrant of arrest for Mr. Osama El Masry”. Nei paragrafi finali (99, 100 e 101) della prima versione del mandato si indica il 2011 come data d’inizio dei reati contestati. Negli altri paragrafi (2, 7, 23, 30) la data d’inizio è il 2015 e la Corrected version ha poi eliminato l’errore nella parte finale. Ma non è vero che la prima versione indicasse stupri e torture e omicidi avvenuti prima del 2015. C’era solo un errore materiale sulla data: “5”anziché “1”. Ma non bastava per annullare l’atto: obbligava invece il ministro a contattare la Corte. Ma il Guardasigilli non l’ha fatto.

La valutazione

Non è nemmeno vero che Nordio dovesse «valutare» l’atto. O meglio: la legge italiana sulla collaborazione con la Cpi (la 237/2012) dice che il ministro «dà corso» alle richieste e le «trasmette» al procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma. Infine, va segnalato che alle 15.55 del 21 gennaio, quando un comunicato ha reso noto che Nordio «sta(va) valutando» il mandato della Cpi, il Falcon dei Servizi era già da ore a Torino per riportare Almasri in Libia. Ma di questo dovrebbe rispondere la presidente del Consiglio, non i ministri che ieri hanno riferito alle Camere. Peccato che la sedia di Giorgia Meloni fosse vuota.

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