Bankitalia: il debito pubblico sfonda i 3 miliardi a novembre
Secondo Bankitalia nel mese di novembre il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 23,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 3.005,2 miliardi. L’aumento riflette quello delle disponibilità liquide del Tesoro (20,9 miliardi, a 63,9) e il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (3,2 miliardi); in senso opposto ha operato l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (complessivamente 0,2 miliardi). «Un record storico! Superata la soglia monstre di 3 mila miliardi. Un primato decisamente poco invidiabile che costituisce una zavorra per il nostro Paese e per le future generazioni – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Se fosse un debito a italiano sarebbe pari a oltre 50 mila euro, 50 mila e 944 euro. Mentre se fosse il debito di una famiglia si arriverebbe a 113 mila e 831 euro». Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è aumentato di 23,9 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali e quello degli Enti di previdenza sono rimasti invariati. La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 21,8 per cento (dal 22,1 per cento del mese precedente); a ottobre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti è aumentata al 30,5 per cento (dal 30,2 per cento del mese precedente), mentre quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è lievemente diminuita al 14,3 per cento (dal 14,4 per cento in settembre). L'articolo Bankitalia: il debito pubblico sfonda i 3 miliardi a novembre proviene da Business24tv.it. Bankitalia: il debito pubblico sfonda i 3 miliardi a novembre
Secondo Bankitalia nel mese di novembre il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 23,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 3.005,2 miliardi. L’aumento riflette quello delle disponibilità liquide del Tesoro (20,9 miliardi, a 63,9) e il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (3,2 miliardi); in senso opposto ha operato l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (complessivamente 0,2 miliardi).
«Un record storico! Superata la soglia monstre di 3 mila miliardi. Un primato decisamente poco invidiabile che costituisce una zavorra per il nostro Paese e per le future generazioni – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Se fosse un debito a italiano sarebbe pari a oltre 50 mila euro, 50 mila e 944 euro. Mentre se fosse il debito di una famiglia si arriverebbe a 113 mila e 831 euro».
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è aumentato di 23,9 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali e quello degli Enti di previdenza sono rimasti invariati.
La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 21,8 per cento (dal 22,1 per cento del mese precedente); a ottobre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti è aumentata al 30,5 per cento (dal 30,2 per cento del mese precedente), mentre quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è lievemente diminuita al 14,3 per cento (dal 14,4 per cento in settembre).
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